Uso di sostanze: la prevenzione arma vincente

(Articolo tratto da Notizie Emmanuel,
Anno XXXVIII, n.3-4, Marzo/Aprile 2019)

Intervista a:
Dott. Vincenzo Leone
Medico Psicoterapeuta e Coordinatore del Servizio Sanitario
a livello Nazionale

Aumenta il numero di minori con problemi legati all’uso di droghe; la cannabis
resta la sostanza psicoattiva illegale più diffusa. L’età di inizio si abbassa,
aumentano i ricoveri ospedalieri per uso di sostanze psicotrope, e cresce la
presenza di disturbi psichiatrici o organici correlati. Preoccupa anche la
connessione tra l’assunzione di sostanze e comportamenti violenti o incidenti
stradali.

Che cosa sta accadendo?

Quali riflessioni possiamo fare per comprendere l’aumento dell’uso di sostanze?

E, soprattutto, cosa possiamo fare?

Risponde il Dott. Vincenzo Leone:

La dipendenza è un fenomeno complesso e multifattoriale: intervengono dinamiche
psicologiche, neurobiologiche, sociali e culturali. Alla base troviamo un incontro
tra domanda e offerta: sostanze facilmente reperibili e giovani con ridotta
percezione del rischio, spesso male informati dalla rete o influenzati dai pari.

Negli ultimi anni la società ha abbassato l’attenzione verso il problema, generando
una sorta di rassegnazione culturale che favorisce il consumo. Parallelamente, il
mercato delle droghe si è evoluto con strategie simili al marketing commerciale,
rivolte in particolare agli adolescenti, grazie alle “baby dosi” a basso costo e
grande accessibilità.

È importante ribadire che le dipendenze patologiche si possono prevenire e curare.
Tuttavia, la prevenzione non può essere improvvisata: richiede competenze,
evidenze scientifiche, esperienza e continuità.

Nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con il documento
“Life Skills Education in Schools”, ha indicato come strategia efficace
la promozione delle competenze personali, emotive e relazionali dei giovani.
La prevenzione deve quindi puntare sul benessere globale, coinvolgendo famiglia,
scuola e contesti di vita.

Fin dagli anni ’80 la Comunità Emmanuel ha sperimentato modelli pedagogici,
terapeutici e preventivi. Durante l’emergenza HIV/AIDS ha sviluppato una
comunicazione fondata sulle “4 C”: Chiara, Corretta,
Credibile, Coinvolgente. Negli anni successivi ha
rafforzato il lavoro nelle scuole con laboratori, role playing e
programmi mirati ai bisogni dei giovani.

Dalla metà degli anni ’90 Emmanuel propone percorsi basati sulle
life skills, per dotare gli adolescenti di strumenti utili a gestire
le sfide della vita quotidiana e ridurre il rischio di dipendenze.

Il fenomeno dipendenze è in costante evoluzione: per questo la prevenzione
deve essere un processo dinamico, scientifico e fondato sul lavoro di rete
con scuole, famiglie, istituzioni e comunità educanti.

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